Adriano Stefani Psicologo

Disturbo di panico

Descrizione e terapia del Disturbo di Panico.

Disturbo di panico
Il Disturbo di panico è caratterizzato da ricorrenti attacchi di panico.
 
Un attacco di panico è un improvviso aumento di disagio e di intensissima paura che culmina nel terrore e che – fortunatamente – dura solo pochi minuti. Chi ne soffre descrive questa esperienza come qualcosa di orribile. Durante l’attacco di panico, infatti, l’intensa paura è accompagnata da sensazioni fisiche molto spiacevoli quali: palpitazioni, dolori al petto, senso di soffocamento.
 
La persona ha l’impressione, anzi la certezza, che qualcosa di catastrofico stia per avvenire e che stia per morire. Poi, con la stessa rapidità con cui è arrivato, l’attacco di panico ha fine e la persona rimane, comprensibilmente, alquanto scossa e atterrita. Altrettanto comprensibilmente, la persona comincia a temere di sperimentare in futuro ulteriori attacchi di panico, e così ha inizio la paura della paura. Si struttura un circolo vizioso che si autoalimenta sempre di più.
 
 
Sintomi dell’attacco di panico
Per diagnosticare un attacco di panico occorre che si verifichino almeno quattro dei seguenti sintomi:              
               
  • Palpitazioni (“forti battiti nel petto”), tachicardia (aumento della frequenza del battito cardiaco anche sopra i 100 battiti al minuto a riposo) o sensazione di cuore in gola.            
  • Sudorazione (talvolta molto intensa).
  • Tremori (sia leggeri sia forti).                
  • Sensazione di soffocamento.
  • Sensazioni di fastidio o di dolore al petto.     
  • Nausea o disturbi addominali.       
  • Sensazioni di sbandamento, di instabilità, di svenimento (capogiri, vertigini) o di “testa leggera”.       
  • Brividi o vampate di calore.
  • Sensazioni di intorpidimento o di formicolio.
  • Sensazioni di perdere il contatto con la realtà (la cosiddetta “derealizzazione”) o di essere distaccati da se stessi (“depersonalizzazione”).      
  • La paura di perdere il controllo o di “impazzire”.   
  • La paura di morire.
 

L’attacco di panico è poi seguito da uno o entrambi i seguenti sintomi:
 
  • Ansia anticipatoria: la preoccupazione per il timore che abbia luogo un altro attacco di panico in futuro.
  • Comportamenti di evitamento: la persona cambia il proprio modo di comportarsi al fine di cercare di evitare ulteriori attacchi di panico (ad esempio può cominciare ad evitare le situazioni non familiari in cui teme possa aver luogo un altro attacco di panico).
 
A causa dei sintomi che compaiono durante gli attacchi di panico e dei sintomi che si presentano dopo gli attacchi di panico, il Disturbo di panico è molto gravoso e invalidante, tuttavia occorre sottolineare che non è mai stato documentato il caso di una persona che sia morta a causa di un attacco di panico.
 
 
Le cause
L'attacco di panico consiste in una risposta ansiosa sproporzionata rispetto alla attuale situazione di difficoltà. Ad esempio, nel periodo successivo alla separazione da una persona importante, una persona può sviluppare degli attacchi di panico. Ma non tutte le persone in una simile situazione sviluppano un Disturbo di panico.
 
Come mai la persona risponde alla situazione di difficoltà con un’ansia così esagerata da sfociare in un attacco di panico? Cosa ha causato nella persona l’attacco di panico?
 
Vi sono due componenti da tener conto per rispondere a questa domanda.
 
Da una parte esiste una propensione naturale e individuale di natura fisiologica che predispone la persona ad attivare risposte ansiose e a sviluppare un Disturbo di panico.
 
D’altra parte è rilevante anche la storia di vita. La persona con un Disturbo di panico ha appreso ad avere risposte ansiose esagerate a seguito di uno o più eventi stressanti durante i quali le sue risorse si sono rivelate insufficienti. Può essersi trattato di una singola esperienza molto intensa. O può essersi trattato di numerose “piccole esperienze” che hanno gradualmente cristallizzato questo apprendimento. In ogni caso la persona ha imparato – ad un livello inconsapevole e automatico – a sottostimare le proprie capacità (o a sovrastimare le difficoltà) e, di conseguenza, ad attivarsi eccessivamente rispetto a situazioni moderatamente stressanti.
 
Al di là delle cause psicologiche, che comunque riguardano la maggioranza dei casi, talvolta gli attacchi di panico possono essere causati anche da un disturbo fisico (ad esempio nell’ipertiroidismo) o in seguito all’uso di sostanze (ad esempio la cocaina).
 
 
Terapia del Disturbo di panico
Il Disturbo viene di norma trattato mediante un percorso di psicoterapia. Talvolta – se la persona lo desidera – alla psicoterapia può essere associato un trattamento psicofarmacologico con lo scopo esplicito di alleviare i sintomi (e non di curare le cause).
 
La psicoterapia inizia con una fase di stabilizzazione, durante la quale vengono fornite al paziente le informazioni circa la natura del disturbo. Queste informazioni aiutano di per sé la persona a tranquillizzarsi circa la paura di “diventare pazzo” o di avere un problema di natura fisica (tipicamente un disturbo cardiaco).
 
Durante la fase iniziale vengono fornite al paziente anche delle tecniche per la gestione dell’ansia  per permettergli di tenere sotto controllo le proprie reazioni ansiose e prevenire che queste diventino degli attacchi di panico veri e propri. A questo scopo vengono utilizzate tecniche di respirazione, visualizzazioni, tecniche di rilassamento e la meditazione. Inoltre il paziente è incoraggiato a modificare alcuni ambiti del comportamento, come ad esempio il proprio regime dietetico. Ad esempio la caffeina può innescare, o peggiore un attacco di panico e i pazienti dovrebbero limitarne l’utilizzo, così come di altre droghe – legali o illegali – con un effetto eccitatorio (cocaina, nicotina, etc.).
 
Utile per arginare gli attacchi di panico è inoltre l’esercizio fisico, specie quello di tipo aerobico, come ad esempio il nuoto o la corsa.
 
In una seconda fase del percorso di psicoterapia, il paziente viene aiutato a comprendere e a elaborare i momenti della sua vita in cui ha appreso ad essere iper-ansioso.

La seconda fase della psicoterapia degli attacchi di panico è più lunga e complessa della prima e costituisce il lavoro di psicoterapia profondo. 


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