Adriano Stefani Psicologo

Associazionismo

Associazionismo

L’Associazionismo è stato profondamente influenzato dall’Empirismo, la corrente filosofica inglese nata nel Seicento, secondo la quale tutta la conoscenza di cui è capace l’essere umano deriva unicamente dai sensi e dalla esperienza.

Ma se, come dicevano gli empiristi, tutta la conoscenza deriva dai sensi, come spiegare le funzioni mentali superiori, ad esempio le idee complesse e le astrazioni del pensiero? La risposta dell’Associazionismo è che le idee complesse di livello superiore derivano semplicemente dall’associazione di idee semplici. Questo modo di vedere le cose si chiama “principio dell’Elementarismo”.

 
Le origini dell’Associazionismo
Il primo psicologo associazionista si ritiene essere stato Hermann Ebbinghaus che nel 1885 pubblicò in Germania i risultati delle sue ricerche sull’apprendimento e la memoria effettuate con un rigoroso metodo sperimentale. Nei suoi esperimenti misurava il numero di volte che una data sequenza di sillabe senza senso – come ad esempio yat, bok, lef – doveva essere letta per essere accuratamente appresa e ripetuta. Ad esempio misurò quante volte doveva leggere una frase di senso compiuto di 80 sillabe e quante volte doveva leggere una sequenza di 80 sillabe senza senso prima di poterle ripetere correttamente con un ritmo di 2,5 sillabe al secondo. Così scoprì, ad esempio, che l’apprendimento della sequenza di sillabe senza senso richiedeva 9 volte il numero di ripetizioni richieste per l’apprendimento della frase di senso compiuto. Allo stesso modo scoprì che maggiore è il materiale da apprendere e maggiore è il tempo necessario per l’apprendimento … D’accordo questo può sembrare scontato … ma Ebbinghaus determinò anche di quanto tempo in più si ha bisogno per ogni sillaba aggiunta all’elenco delle sillabe da memorizzare!
 
Ebbinghaus si addestrò personalmente per portare avanti i suoi studi sperimentali e le sue ricerche sono state così rigorose e impegnative che vengono tuttora citate come modello di sistematicità e autodisciplina.
 
Le ricerche di Ebbinghaus sul tempo che trascorre tra l’apprendimento e il ricordo lo portarono a determinare la famosa curva dell’oblio, chiamata anche curva di Ebbinghaus, che mostra come il materiale appreso tende ad essere rapidamente dimenticato col passare del tempo.
 
Un altro pensatore associazionista degli albori è stato George Elias Müller che ritenendo le conclusioni di Ebbinghaus basate troppo esclusivamente su fatti meccanici, le ampliò introducendo anche l’influenza degli atteggiamenti consci sull’apprendimento – come la prontezza, l’esitazione e il dubbio.

 
Ivan Pavlov
Il noto riflessologo russo Ivan Pavlov esercitò una notevole influenza sulle ricerche associazioniste, spostando però l’oggetto di studio dalle associazioni tra le idee soggettive alle associazioni tra fattori fisiologici – fenomeni oggettivi e quantificabili, quali le secrezioni ghiandolari e i movimenti muscolari. Grazie a Pavlov nello studio dell’apprendimento vennero introdotte una terminologia e misurazioni sempre più obiettive.
 
Pavlov lavorò in Russia prima e dopo la rivoluzione e a lui si deve innanzi tutto la scoperta del riflesso condizionato. A questo proposito famosissimi sono i suoi esperimenti condotti con i cani. In uno di questi esperimenti Pavlov, che stava studiando il riflesso naturale della salivazione alla presenza del cibo, si accorse che la salivazione cominciava ad apparire già alla presenza dell’addetto che portava il cibo al cane, poi addirittura al suono dei passi dell’addetto: si era instaurato un riflesso acquisito, chiamato da Pavlov “condizionato”. In altre parole allo stimolo naturale del cibo si era associato uno stimolo non specifico: il suono dei passi dell’addetto.
 
In seguito il concetto di riflesso condizionato fu usato per dare credito al comportamentismo, fondato da John Watson, che affermava che la psiche potesse essere studiata unicamente osservando i comportamenti rilevabili degli individui.

 
Edward Lee Thorndike
Lo psicologo americano Edward Lee Thorndike è stato influenzato sia dal pensiero associazionista sia dal pensiero comportamentista. Thorndike creò un tipo di associazionismo sperimentale, da lui chiamato “Connessionismo”, che consisteva nello studio dei processi di apprendimento utilizzando come soggetti sperimentali non più gli uomini ma gli animali. I suoi esperimenti utilizzavano un dispositivo – da lui chiamato “puzzle box” – all’interno del quale l’animale doveva imparare a far scattare un certo meccanismo per poterne uscire. Thorndike misurava i tempi decrescenti impiegati dall’animale – tipicamente un povero gatto adeguatamente a digiuno – per liberarsi ogni volta che veniva reintrodotto nel puzzle box.
 
Nei suoi 50 anni di attività di ricercatore alla Columbia University – terminati con la sua morte nel 1949 – Thorndike ha avuto al suo attivo più di 500 pubblicazioni, tra cui molti libri imponenti. La sua teoria dell’apprendimento ha influenzato a lungo chiunque volesse occuparsi di apprendimento in psicologia.
 
Alcune scoperte di Thorndike sono tuttora molto note, come ad esempio:
  • La Legge dell’Effetto, nota implicitamente a chiunque abbia mai educato con successo un cane o un cavallo (ma vale anche per gli esseri umani): un'azione seguita da uno stato di soddisfazione tende a ripresentarsi più spesso, mentre un'azione seguita da uno stato di insoddisfazione tende a ripresentarsi meno spesso. In altre parole per determinare un apprendimento è basilare la soddisfazione.
  • L’Effetto Alone: nel valutare una persona si tende ad associare automaticamente una qualità positiva – ad esempio la bellezza fisica – ad altri aspetti positivi – ad esempio l’intelligenza – senza che ciò sia necessariamente vero. Se abbiamo bisogno di convincere qualcuno delle nostre qualità, ad esempio durante un colloquio di lavoro, non è una idea sbagliata cercare di presentarsi nel migliore dei modi anche dal punto di vista estetico …
 
Critiche all’Associazionismo
L’Associazionismo per sua impostazione condivide il principio dell’Elementarismo. Questa posizione, ossia la convinzione che le idee complesse siano scomponibili in idee elementari, è spesso criticata da coloro i quali non sposano il principio dell’Elementarismo. In pratica gli psicologi che studiano i fenomeni mentali non cercando di scomporli ma cercando di comprenderli nella loro totalità – come ad esempio gli esponenti della psicologia della Gestalt – si sono opposti alla posizione elementarista dell’Associazionismo.
 
Anche se non condivido il punto di vista di una scuola di pensiero, la mia indole è quella di cercare gli aspetti costruttivi ed evolutivi che sicuramente vi sono in essa e che hanno spinto alcune persone ad aderirvi. Di conseguenza spesso non mi schiero per una scuola di pensiero o per un’altra, ma cerco di individuare ed integrare i rispettivi punti di forza. A mio parere le posizioni di chi studia la psiche scomponendola in entità elementari e di chi studia le funzioni mentali superiori senza cercare di scomporle sono due posizioni complementari e non antitetiche.
Faccio un esempio: nello studio delle cellule ha senso sia avere una posizione elementarista, allorché ne studiamo l’anatomia – scomponendo la cellula nei suoi componenti, quali ad esempio la membrana cellulare, il nucleo o i mitocondri. Ma ha senso anche avere una visione globale del fenomeno “cellula” – il punto di vista fisiologico – per comprenderne il funzionamento come totalità, andando ad osservare fenomeni di “ordine superiore” quali ad esempio la crescita, la morte o la divisione cellulare.
Allo stesso modo, osservare i fenomeni psichici da un punto di vista elementaristico ci permette di comprendere alcuni meccanismi dell’apprendimento umano. D’altra parte osservare i fenomeni psichici nella loro totalità ci permette di comprendere i fenomeni di ordine complesso, come ad esempio la capacità di effettuare delle scelte.
 
L’Associazionismo è stato inoltre criticato di avere un approccio deterministico e meccanicistico che svaluterebbe la dignità e i valori dell’uomo. In particolar modo gli psicologi che hanno sposato i principi dell’Umanesimo, sostengono che alcuni concetti dell’Associazionismo, come ad esempio il comportamento determinato in base al meccanismo del riflesso condizionato oppure la Legge dell’Effetto di Thorndike, sviliscono e contraddicono la possibilità dell’uomo di essere libero e responsabile.
Ancora una volta credo che le posizioni in apparenza in opposizione siano integrabili, nel senso che nell’uomo sono presenti sia la capacità di essere libero e autonomo nelle proprie decisioni sia comportamenti determinati meccanicisticamente. Semplicemente il funzionamento umano è molto diverso a seconda del contesto, del livello di sviluppo fisico, emotivo e mentale della persona, delle sue condizioni di salute, della situazione politica, economica e sociale in cui vive. Il mio parere è che vi sono momenti e condizioni in cui l’individuo ha la possibilità di esistere in una dimensione di libertà – ed in questo caso la corrente umanista ci aiuta a comprenderne il funzionamento. In altre occasioni invece l’essere umano funziona in modo automatico e determinato – si pensi ad esempio alla reazione di paura che vivono i sopravvissuti ad un alluvione quando percepiscono anche una semplice pioggerella. In questi casi i meccanismi di apprendimento sono meglio spiegati secondo i principi dell’Associazionismo.

 
Oggi
L’Associazionismo può essere concepito come il precursore e un ispiratore dell’attuale corrente del Connessionismo. Quest’ultimo è un modello concettuale, nell’ambito delle neuroscienze, che tende a spiegare il funzionamento mentale con il concetto delle “reti neurali”. Come l’Associazionismo è interessato ai collegamenti tra gli eventi psichici elementari di base, così oggi il Connessionismo è interessato al collegamento tra i neuroni cerebrali che formano i circuiti – o reti – neuronali.

 
Esponenti principali
  • Hermann Ebbinghaus
  • George Elias Müller
  • Ivan Pavlov
  • Edward Lee Thorndike

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