I disturbi psicologici
Cos’è un disturbo psicologico ?
La risposta non si basa su dati oggettivi. Dire se una persona è affetta o no da un disturbo psicologico non si basa su esami medici quali una risonanza magnetica al cervello o delle analisi del sangue. Il disturbo psicologico consiste in uno stato di disagio emotivo percepito soggettivamente accompagnato da difficoltà nelle attività della vita quotidiana, nel lavoro o a scuola, oppure nei rapporti interpersonali e familiari.
Ritengo utile che le persone possano sapere quale tipo di disturbo psicologico le affligge in modo da capire di non essere “senza speranza” ma di condividere un disagio che anche molte altre persone hanno.
Il primo passo è venire a patti con la situazione attuale, accettare la propria condizione di sofferenza e di confusione interiore per poi decidere di prendersi cura di sé. Cogliendo il proprio disagio e dandogli un nome, le persone possono ridimensionare le proprie paure e riacquistare la fiducia di poter fare qualcosa, di poter intervenire, magari con l’aiuto di un professionista della salute mentale, per poter acquistare un senso di potere personale e di benessere.
A questo scopo in questa sezione del sito riporto le descrizioni e le “etichette” dei disturbi psicologici maggiormente diffusi. Gli utenti del sito possono sfogliare in libertà gli articoli che descrivono i vari stati di disagio, possono cominciare a riflettere sulla propria condizione per potersi dire: “questo mi appartiene, questo no”.
So che molti colleghi potrebbero storcere il naso a questa mia presa di posizione argomentando che diffondere le descrizioni dei disagi psicologici può portare le persone a identificarsi con tutte le patologie e a preoccuparsi eccessivamente e inutilmente. Questa è una visione patologizzante della persona, di chi non ha fiducia che la persona abbia in sé gli strumenti per stare meglio.
Io invece mi muovo dalla posizione di fiducia nelle capacità delle persone di autoregolarsi e di proteggersi: chi sente che leggere queste pagine e riflettere sul proprio disturbo psicologico aumenta inutilmente la propria ansia e le proprie preoccupazioni sul proprio stato di salute è invitato a non consultare le descrizioni diagnostiche di questa sezione e a rivolgersi direttamente ad un professionista della salute mentale che lo possa aiutare da subito. Invito invece chi sente di avere la capacità di riflettere sulla propria condizione senza eccessivi allarmismi, a cominciare a leggere queste pagine, a riflettere su se stesso e sulla eventualità di ricorrere ad un aiuto professionale che acceleri il processo di guarigione.
Per i più eruditi, esplicito che la classificazione che adotto in questa sezione è largamente presa dal Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali, ossia il DSM - Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders pubblicato dalla American Psychiatric Association, che al momento è il punto di riferimento per la classificazione dei disturbi mentali a livello mondiale.
Nell’ottica di diffusione che sposa questo sito, ho adottato un linguaggio semplice traducendo i termini tecnici psichiatrici in parole comprensibili anche ai “non addetti ai lavori”.
Ed ora introduco un po’ di “etichette”, ossia i nomi utilizzati nel mondo della salute mentale per identificare i diversi disturbi psicologici.
Le principali categorie di disturbi psicologici sono:
La risposta non si basa su dati oggettivi. Dire se una persona è affetta o no da un disturbo psicologico non si basa su esami medici quali una risonanza magnetica al cervello o delle analisi del sangue. Il disturbo psicologico consiste in uno stato di disagio emotivo percepito soggettivamente accompagnato da difficoltà nelle attività della vita quotidiana, nel lavoro o a scuola, oppure nei rapporti interpersonali e familiari.
Ritengo utile che le persone possano sapere quale tipo di disturbo psicologico le affligge in modo da capire di non essere “senza speranza” ma di condividere un disagio che anche molte altre persone hanno.
Il primo passo è venire a patti con la situazione attuale, accettare la propria condizione di sofferenza e di confusione interiore per poi decidere di prendersi cura di sé. Cogliendo il proprio disagio e dandogli un nome, le persone possono ridimensionare le proprie paure e riacquistare la fiducia di poter fare qualcosa, di poter intervenire, magari con l’aiuto di un professionista della salute mentale, per poter acquistare un senso di potere personale e di benessere.
A questo scopo in questa sezione del sito riporto le descrizioni e le “etichette” dei disturbi psicologici maggiormente diffusi. Gli utenti del sito possono sfogliare in libertà gli articoli che descrivono i vari stati di disagio, possono cominciare a riflettere sulla propria condizione per potersi dire: “questo mi appartiene, questo no”.
So che molti colleghi potrebbero storcere il naso a questa mia presa di posizione argomentando che diffondere le descrizioni dei disagi psicologici può portare le persone a identificarsi con tutte le patologie e a preoccuparsi eccessivamente e inutilmente. Questa è una visione patologizzante della persona, di chi non ha fiducia che la persona abbia in sé gli strumenti per stare meglio.
Io invece mi muovo dalla posizione di fiducia nelle capacità delle persone di autoregolarsi e di proteggersi: chi sente che leggere queste pagine e riflettere sul proprio disturbo psicologico aumenta inutilmente la propria ansia e le proprie preoccupazioni sul proprio stato di salute è invitato a non consultare le descrizioni diagnostiche di questa sezione e a rivolgersi direttamente ad un professionista della salute mentale che lo possa aiutare da subito. Invito invece chi sente di avere la capacità di riflettere sulla propria condizione senza eccessivi allarmismi, a cominciare a leggere queste pagine, a riflettere su se stesso e sulla eventualità di ricorrere ad un aiuto professionale che acceleri il processo di guarigione.
Per i più eruditi, esplicito che la classificazione che adotto in questa sezione è largamente presa dal Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali, ossia il DSM - Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders pubblicato dalla American Psychiatric Association, che al momento è il punto di riferimento per la classificazione dei disturbi mentali a livello mondiale.
Nell’ottica di diffusione che sposa questo sito, ho adottato un linguaggio semplice traducendo i termini tecnici psichiatrici in parole comprensibili anche ai “non addetti ai lavori”.
Ed ora introduco un po’ di “etichette”, ossia i nomi utilizzati nel mondo della salute mentale per identificare i diversi disturbi psicologici.
Le principali categorie di disturbi psicologici sono:
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Dipendenze patologiche: quando la ricerca del piacere o dell'eccitazione è esagerata e senza controllo, come ad esempio nell’ Alcolismo, la Dipendenza da Internet, la Dipendenza dal gioco d’azzardo o la Dipendenza da sostanze.
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Disturbi cognitivi: caratterizzati da una compromissione delle cosiddette funzioni razionali, quali la capacità di ragionamento, la memoria, l’attenzione, il linguaggio. Esempi di disturbi cognitivi sono la malattia di Alzheimer e l’Amnesia.
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Disturbi d’ansia: in cui l'ansia ricorre cronicamente ed influisce pesantemente nella vita delle persone, come nel caso degli Attacchi di panico, le Fobie, il Disturbo d’ansia generalizzato, il Disturbo post-traumatico da stress, il Disturbo acuto da stress e il Disturbo ossessivo-compulsivo.
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Disturbi del comportamento alimentare: caratterizzati da una cronica e inadeguata modalità di alimentarsi, come nel caso dell’Anoressia, la Bulimia, il Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating disorder).
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Disturbi del controllo degli impulsi: caratterizzati dall’incapacità di resistere all’impulso di compiere un’attività pericolosa, come nella Cleptomania, la Piromania, la Tricotillomania, la Dermatillomania, il Disturbo del controllo della rabbia, il Disturbo esplosivo intermittente.
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Disturbi del sonno: caratterizzati da anomalie della quantità, della qualità o del ritmo del sonno o da comportamenti inconsueti che si verificano durante il sonno, come nell’Insonnia, l'Ipersonnia, la Narcolessia, il Disturbo del sonno legato alla respirazione, il Disturbo del ritmo circadiano del sonno, il Disturbo da incubi, il Terrore del sonno (Pavor nocturnus), il Sonnambulismo.
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Disturbi dell’adattamento: in cui, rispetto ad un evento difficile della vita, la persona risponde in modo eccessivo tale da danneggiare il proprio funzionamento a livello sociale o lavorativo.
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Disturbi dell’infanzia/adolescenza: sono i disturbi diagnosticati solitamente per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza. Esempi di tali disturbi sono: i Disturbi da tic, i Disturbi del comportamento dirompente, i Disturbi dell’apprendimento (Dislessia, Discalculia, Disgrafia), i Disturbi della comunicazione, i Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, i Disturbi dell'evacuazione (Encopresi, Enuresi), il Disturbo d’ansia di separazione, il Disturbo da deficit dell’attenzione (ADHD), i Disturbi pervasivi dello sviluppo, il Mutismo selettivo, il Ritardo mentale.
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Disturbi dell’umore: in cui le alterazioni del tono dell'umore sono tali da danneggiare il funzionamento a livello sociale, lavorativo o scolastico. Ad esempio: la Depressione, il Disturbo maniaco-depressivo (Bipolare).
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Disturbi di personalità: modi di comportarsi stabili nel tempo che sono dannosi o che provocano disagio alla persona. I Disturbi di personalità maggiormente diffusi sono: l’Antisociale, il Borderline, il Dipendente, l’Evitante, l’Istrionico, il Narcisistico, l’Ossessivo-compulsivo, il Paranoide, lo Schizoide, lo Schizotipico.
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Disturbi dissociativi: caratterizzati da profondissime alterazioni della coscienza. La persona può arrivare ad assumere una nuova personalità o dimenticare intere parti della propria vita. Sono Disturbi dissociativi: l’Amnesia dissociativa, la Fuga dissociativa, il Disturbo dissociativo dell’identità (Disturbo da personalità multipla), il Disturbo di depersonalizzazione.
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Disturbi fittizi: in cui la persona simula intenzionalmente una malattia, ma non per ottenere vataggi economici o materiali, ma per ricevere le cure e le attenzioni psicologiche che solitamente riceve un malato.
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Disturbi psicotici: caratterizzati da sintomi gravissimi quali l’allucinazione e il delirio. Sono Disturbi psicotici: il Disturbo delirante, il Disturbo piscotico condiviso, il Disturbo psicotico breve, il Disturbo schizoaffettivo, il Disturbo schizofreniforme, la Schizofrenia.
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Disturbi sessuali: in cui il proprio comportamento sessuale provoca disagio a sé o agli altri, come ad esempio nei Disturbi del desiderio sessuale, i Disturbi da eccitazione sessuale, i Disturbi dell’orgasmo, i Disturbi del dolore sessuale, le Parafilie (Esibizionismo, Feticismo, Frotteurismo, Pedofilia, Masochismo, Sadismo, Feticismo di travestimento, voyeurismo), i Disturbi dell’identità di genere.
- Disturbi somatoformi: in cui vi sono problemi fisici senza che si riesca però ad individuare una causa organica. Sono i cosiddetti Disturbi "psicosomatici" che creano confusione e imbarazzo nella medicina ufficiale più tradizionale e materialista. I Disturbi somatoformi sono di origine psicologica e si suddividono in: Disturbo di somatizzazione, Disturbo somatoforme indifferenziato, Disturbo di conversione, Disturbo algico, Ipocondria, Disturbo di disformismo corporeo.
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