Adriano Stefani Psicologo

Avere grinta senza perdere la grazia [Video]

La funambolesca arte dell’equilibrio tra azione e in-azione.

Jim Rohn ha affermato: “Tutti noi dobbiamo soffrire di una di queste due forme di sofferenza: la sofferenza della disciplina o la sofferenza del rimpianto”.




Avere grinta senza perdere la grazia [Video]

Il titolo di questo articolo si ispira a due bellissimi libri che narrano di fatti realmente accaduti. Il primo è: Senza perdere la tenerezza, una biografia di Ernesto Che Guevara, l’araldo della rivoluzione latinoamericana.
 
Il secondo libro è Grazia e grinta, in cui Ken Wilber, uno dei massimi esponenti della Psicologia Transpersonale, o psicologia spirituale, racconta della malattia mortale della sua compagna e di come questa l’abbia affrontata, con grazia e grinta, appunto!
 
I due libri, sia il racconto storico-politico sia il racconto umano e psicologico, sottendono entrambi la tesi che la grandezza delle persone si trovi nella capacità di conciliare i poli opposti della determinazione e della arrendevolezza, della forza e della delicatezza in modo da saper scegliere, momento per momento, quando impegnarsi e “premere sul pedale dell’acceleratore” e quando fermarsi e rilassarsi.
 
Non vi è un termine univoco per descrive questa qualità umana: potremmo chiamarla flessibilità, integrazione, adattabilità, capacità di rispondere in modo appropriato al qui-e-ora. Una persona che mostri di avere questa qualità di solito viene detta semplicemente equilibrata.
 
Questa qualità è più o meno presente nelle persone, però in genere le persone tendono ad eccedere in un aspetto o nell’altro.
 
Molti, infatti, mostrano di avere una forma di disequilibrio rigido e fortemente strutturato. Ad esempio, c’è chi si impegna spasmodicamente, troppo sul lavoro, fino all’esaurimento e non riesce mai a riequilibrare questo aspetto con la giusta quantità di riposo o di svago. Oppure c’è chi mette sistematicamente troppa energia nello sport, magari è capace di stringere i denti e correre una maratona, mentre non trova mai il tempo per stare con i propri figli. Oppure c’è chi è estremamente attento al proprio riposo, ma non si impegna abbastanza nello studio, nel lavoro, nella famiglia.
 
Queste situazioni di disequilibrio cronicizzato ovviamente producono sofferenza.
 
Il fatto è che la capacità di essere equilibrati non ci viene di norma insegnata da piccoli. Nella nostra società occidentale si dà più attenzione all’impegno che al riposo: ai buoni voti a scuola, al reddito annuo, alla competizione – anche tra scolari – promuovendo così lo sviluppo di esseri umani fuori equilibrio. Esseri umani che hanno sviluppato una grande capacità di essere grintosi ma che, per altri versi, appaiono sgraziati e infelici, sbilenchi, come se avessero una gamba muscolosissima e l’altra rachitica. Uomini ad una dimensione, avrebbe detto il filosofo Marcuse.


Tempi moderni


È molto faticosa da mantenere nel tempo questa situazione di disequilibrio in cui si dà esclusivamente attenzione alla grinta. Così, specie negli ultimi anni in cui la cultura della grinta si è andata imponendosi sempre di più, si è assistito all’emergere di vie di fuga, come ad esempio l’atteggiamento di passare dalla sola grinta alla sola grazia, smettendo di impegnarsi del tutto.
 
È questa purtroppo la retorica di una certa New Age, che afferma che “Tutto va bene, già così!”, “Non c’è da fare nulla” o ancora: “Tutti gli obiettivi sono nevrotici e egoici e vanno, di conseguenza, lasciati andare”.
 
Purtroppo anche questo atteggiamento, che potremmo chiamare di lassismo, produce alla lunga sofferenza.
 
Vi sono due modi, quindi, per mostrare di non avere equilibrio nel rapporto tra grazia e grinta:

  • Si può esagerare nella grazia, nella morbidezza, ad esempio dandosi tutto il tempo di questo mondo senza partire mai, oppure facendo le cose all’”acqua di rose”, ossia ad un livello qualitativo insufficiente.
  • Si può esagerare con la grinta, rischiando di sfinirsi, bloccarsi e perdere di vista l’obiettivo.

 
Se ti trovi nella prima situazione, se hai bisogno di coltivare la grinta, ti può essere utile prendere in considerazione uno o più tra i seguenti consigli pratici:
 

  1. Verifica le scelte passate. Chiediti: “Fino a che punto ho scelto le cose che sono presenti oggi nella mia vita?”. Se infatti oggi senti di dover svolgere un lavoro, stare con delle persone, vivere in un luogo che non hai veramente scelto, probabilmente ti sentirai de-motivato. Se questo è il caso, prenditi del tempo per riflettere seriamente sulle scelte che hai effettuato in passato e riorienta la tua vita. Non potrai mai essere grintoso se ti senti fuori-posto o trascinato dagli eventi.
     
  2. Obiettivi futuri autentici e realistici. Ti puoi sentire de-motivato anche quando non hai definito con chiarezza gli obiettivi futuri, ossia dove stai andando. Gli obiettivi devono essere autentici e realistici. Autentici significa che accendono davvero il tuo interesse. Realistico significa che gli obiettivi sono realmente perseguibili da te, con i mezzi a tua disposizione e con il tempo a tua disposizione. Se i tuoi obiettivi futuri non sono autentici o realistici, fermati e prenditi del tempo per riflettere e ridefinire, magari per iscritto, i tuoi obiettivi futuri.
     
  3. Competizione. Alcune persone si sentono più “grintose” se messe in una situazione di competizione. Se questo è il tuo caso, porta la competizione nella tua vita: confrontati, ad esempio, con persone che stanno avendo buoni risultati nel settore di tuo interesse. O, in alternativa, entra in competizione con te stesso: stabilisci delle sfide con te stesso. Ad esempio, “Scommetto con me stesso che entro un mese sarò capace di correre la mezza-maratone”, oppure, come Jack London: “Ogni giorno voglio vedere se riesco a scrivere almento tra le 1000 e le 1500 parole”.
     
  4. Attenzione al Vittimismo. Il Vittimismo può prosciugare la tua grinta. Se ti accorgi di dirti cose come: “Perché capitano tutte a me? L’universo ce l’ha con me”, oppure: “Se solo fossi stato aiutato invece che ostacolato…”, oppure: “Ora che le cose vanno male, non mi resta che rassegnarmi”, fermati immediatamente: sei entrato in modalità Vittimista. Questa modalità si esplica in una visione di sé e del mondo tragica, all’interno della quale i problemi sono talmente grandi da non poter essere affrontati. Se pratichi abitualmente il pensiero vittimistico, probabilmente non raggiungerai mai dei grandi risultati. Come puoi infatti impegnarti seriamente in qualcosa se ti butti giù da solo?
     
  5. Allena la grinta sotto stress. Puoi considerare la grinta come un muscolo da allenare. Addestra quindi la grinta nei momenti di stress. Quando le cose si fanno difficili, quando ci sono ostacoli, prova di tanto in tanto a impegnarti ancora di più. Fallo come un esercizio. La tua capacità di “tenere duro” si rinforzerà come un muscolo che viene allenato.
     
  6. Organizzati. Non farti trovare impreparato dalle difficoltà prevedibili. Se si avvicina un momento difficile e tu lo sai, corri ai ripari. Non lasciarti travolgere dagli eventi, ma organizzati. Se, ad esempio, sai che il mese prossimo dovrai sostenere due esami, pianifica gli spazi di studio sin d’ora.
     
  7. Fallisci con stile. Non permettere ai fallimenti di bloccarti. L’inventore Thomas Edison ha detto: “Non ho fallito. Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato”. Trasforma dunque i fallimenti in occasioni di crescita. Ad esempio, puoi dirti: “Questa volta non ha funzionato, ma cosa ho imparato per la prossima volta che mi farà fare di meglio?”.
     
  8. Auto-sostieniti. Durante la fase di impegno, mentre stai tirando fuori la grinta, elogiati, fai il tifo per te stesso. Ad esempio, puoi dirti cose come: “Questa volta mi sto davvero impegnando, sono davvero una persona in gamba”, o “Manca poco, ho quasi finito, un ultimo sforzo, ce la posso fare”.
     
  9. Gratificati. Decidi con te stesso come ti premierai dopo la fase dell’impegno. Ad esempio, puoi stabilire che, quando avrai terminato il compito, andrai a fare una passeggiata, oppure chiamerai al telefono una persona cara o ti rilasserai davanti alla televisione.
     
  10. Anticipa il rimpianto. L’imprenditore e motivatore americano Jim Rohn ha affermato: “Tutti noi dobbiamo soffrire di una di queste due forme di sofferenza: la sofferenza della disciplina o la sofferenza del rimpianto”. Jim Rohn aveva ragione: se eviti la disciplina di oggi, se non persegui i tuoi obiettivi oggi, soffrirai domani mille volte di più di rimpianto. Immagina allora come sarebbe se tu oggi non usassi la grinta pur potendolo fare. Come ti sentiresti poi? E tra un anno? E alla fine della tua vita? Usa l’idea del rimpianto futuro come benzina per alimentare la grinta di oggi.

 
Nell’articolo “Coltivare la grazia senza perdere la grinta” indico, invece, i consigli pratici per coltivare la grazia.
 
L’equilibrio tra grinta e grazia è un’arte che andrebbe insegnata fin dalle scuole dell’infanzia.
 
Affermo che è un’arte perché si basa sul “sentire”, sull’intuito della persona che ha bisogno di cambiare rotta e mettere in atto i necessari aggiustamenti, di giorno in giorno, o anche di ora in ora.
 
Chiediti allora: “In questo preciso momento, ho bisogno di più grinta o, piuttosto, ho bisogno di quiete e di grazia?”.
 
Come tutte le arti, anche l’equilibrio tra grinta e grazia, ha bisogno di pratica per essere affinata. Buon esercizio!


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